Dove sono i canili? La triste storia del “vuoto” istituzionale dell’agro nolano a discapito degli animali

Diversi canili presenti in Provincia di Napoli ma nessuna comunicazione da parte dei Comuni dell’agro nolano per sensibilizzare ed informare i cittadini.


Dove sono i canili e perchè esistono? Chi dovrebbe informare? Visitando i siti dei Comuni dell’agro nolano tra cui quelli di Nola, Camposano, Cicciano, Roccarainola, Carbonara di Nola, Palma Campania non vi è traccia chiara di canili pubblici ma soprattutto dell’esistenza di animali detenuti in struttura pronti ad essere adottati.
Gli stalli per il ricovero, la custodia ed il mantenimento dei cani meglio detticanili pubblici sono servizi solitamente gestiti dai Comuni e regolamentati dalla Regione Campania. In queste strutture vengono portati solo gli animali accalappiati sotto il controllo sanitario dei servizi veterinari che dovrebbero curarli, sterilizzarli ed inscriverli all’anagrafe canina. Non tutti sanno che nessun cittadino privato può portare spontaneamente dei cani in struttura, ciò infatti è consentito solo all’autorità competente.
Visitando i siti di diversi Comuni e facendo una breve ricerca non vi è traccia di informazioni sui canili; si salva dalla lista nera, tra quelli citati e solo parzialmente, il Comune di Palma Campania che almeno ha predisposto una pagina contenente i documenti utili per adottare gratuitamente un cane.

Secondo il decreto del 2014 della Regione Campania, i Comuni sarebbero tenuti:

a promuovere, in collaborazione con i servizi veterinari delle AASSLL territorialmente competenti e con le associazioni iscritte all’albo regionale, la cultura del possesso responsabile degli animali d’affezione nonché campagne di censimento dei cani padronali e dei gatti di proprietà presenti sul territorio per rendere capillare l’iscrizione all’anagrafe canina e felina.

Inoltre:

….a garantire le condizioni per la degenza dei cani e dei gatti feriti soccorsi dal servizio veterinario della ASL territorialmente competente.

Nella pratica sappiamo che spesso non è così. Le informazioni sono a dir poco carenti. Le strutture vengono coadiuvate da volontari che giocano coi cani, si prodigano promuovendo campagne per l’adozione e spesso aiutano con donazioni anche cospicue per la cura degli animali più bisognosi. Spesso i canili sono sovraffollati, poichè i cani non vengono adottati e restano in struttura anche per anni. Tante volte si tratta di cuccioli di pochi mesi o addirittura giorni, che in poco tempo si abituano alla “detenzione” in struttura ma che invece potrebbero essere affidati in famiglia donando così affetto e benessere.
Per migliorare la situazione ci sarebbe bisogno di divulgare più informazioni sulla situazione dei nostri animali sul territorio ricordando anche che gli abbandoni ed i maltrattamenti sono perseguibili per legge con l’arresto e diverse pene pecuniarie.

Mahatma Gandhi diceva: “Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.”

E noi in quanto Provincia a che punto siamo?

Giulia Simonetti, 5 agosto 2016