Riflessioni di un Pastore in occasione delle prossime elezioni di Giugno

Mons. BENIAMINO DEPALMA - Arcivescovo Vescovo di Nola 
Riflessioni di un Pastore in occasione delle prossime elezioni di Giugno

Il dovere del voto in un momento di crisi sociale
Come Pastore di questa bellissima Chiesa e di questo, pur se martoriato, stupendo e amato territorio, permettetemi che con umiltà, ma anche con estrema chiarezza, rifletta insieme con voi, carissime sorelle e fratelli nella fede, ma anche con i futuri candidati, sulla tornata elettorale del giugno prossimo. Saremo chiamati nel prossimo mese ad esercitare la nostra responsabilità di cristiani e di cittadini per contribuire alla costruzione di una Unione europea in cui tutti si sentano a casa propria e alla crescita politico-sociale delle nostre Amministrazioni locali. È un momento importante della nostra storia civile, cui tutti dobbiamo rispondere con passione, coraggio e partecipazione. Tutti i cristiani hanno non solo il diritto ma anche la responsabilità d'impegnarsi attivamente nella costruzione di una società migliore, esercitando il proprio diritto-dovere di voto. Queste elezioni sono segnate da una recessione economica molto preoccupante e da una crisi che sta incidendo negativamente sulla vita di tante famiglie. Tanti lavoratori stanno rischiando il posto di lavoro e vivono incertezze per il loro futuro. I poveri sono sempre di più e la politica sembra essere sempre più lontana dai problemi reali della gente. Certamente il concetto di "persona immagine di Dio", cuore della dottrina sociale della Chiesa, non è al centro dell'azione politica. La crisi della cultura politica e la tormentata fase di transizione che sta caratterizzando l'attuale vita sociale ha mutato radicalmente la natura e l'identità della politica stessa, delle sue organizzazioni e rappresentanze, evidenziando soprattutto una gravissima carenza di radicamento etico. La crisi della politica è fondamentalmente crisi di "ethos" nell'azione pubblica. È ritornata prepotentemente, oggi, la "questione morale" nella vita politico-amministrativa. Gli scandali che quotidianamente vengono alla luce, ormai in ogni parte dell'Italia e del mondo, contribuiscono ad allontanare la gente dalla politica e dalle Istituzioni.

La politica, impresa nobile
L'impegno per la politica ha avuto sempre un ruolo centrale nell'insegnamento sociale della Chiesa. Riprendendo una immagine cara già a Pio XI, Paolo VI affermava che "la politica è la forma più alta di carità", e serve per "costruire la civiltà dell'amore". E allora per la Chiesa la politica è servizio al bene comune, è partecipazione, rispetto delle altrui posizioni, è dialogo con l'avversario, è cultura della legalità, è competenza, è attenzione ai problemi veri della gente, particolarmente dei meno garantiti, è impegno disinteressato. È proprio vero quello che dice la Gaudium et spes: "La comunità politica esiste proprio in funzione di quel bene comune, nel quale essa trova piena giustificazione e significato e dal quale ricava il suo ordinamento giuridico, originario e proprio". Vale la pena riportare alcune parole di grande intensità sull'importanza e sui doveri dell'impegno politico. Papa Benedetto XVI, nella Deus caritas est, riporta una celebre frase di S. Agostino: "Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri". Don Lorenzo Milani, ai suoi ragazzi di Barbiana, dava questo insegnamento: "Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è avarizia". Il sindaco santo di Firenze Giorgio La Pira, l'uomo della speranza e della pace, politico vero e vero cristiano, a cui premeva il bene dei cittadini a tutti i livelli, soleva affermare: "Non vado a dormire tranquillo, se so che anche uno solo di quelli a me affidati questa sera non ha un letto in cui riposare". Sono solo alcuni stimoli che ciascuno può fare propri per la meditazione personale.

Un invito speciale ai candidatiUn ultimo pensiero permettete che lo rivolga, con spirito di collaborazione, a quanti si preparano a proporsi come amministratori pubblici nelle prossime elezioni europee e amministrative. Non intendo dare lezioni su ciò che dovranno fare. Semplicemente, come Pastore, voglio proporre loro alcuni valori fondamentali per il sevizio che renderanno, ispirati alla dottrina sociale della Chiesa e ad alcuni pensieri di don Luigi Sturzo:
1. " Non è di tutti saper fare della politica, ma di coloro che ne sono dotati. Come ogni arte anche la politica ha i suoi grandi artefici e i suoi artigiani; naturalmente vi saranno anche dei mestieranti; il pubblico sceglie i suoi beniamini anche fra i mestieranti". 
2. "E' primo canone dell'arte politica essere franco e fuggire l'infingimento; promettere poco e mantenere quel che si è promesso" 
3. "Si crede che la menzogna sia un obbligo in politica; non è così. La menzogna viene sempre a galla; a parte la sua natura immorale, ritorna più a danno che ad utile".
4. "E' più facile dal no arrivare al sì, che dal sì retrocedere al no. Saggio consiglio è non impegnarsi senza avere riflettuto a tempo ed avere formata la convinzione di poter mantenere l'impegno preso".
5. "Non ti circondare di adulatori. L'adulazione fa male all'anima, eccita la vanità e altera la visione della realtà. Rigetta fin dal primo momento che sei al potere ogni proposta che tenda alla inosservanza della legge per presunto vantaggio politico".
6. "E' meglio tenere lontano i parenti dalla sfera degli affari statali; anche senza volerlo compromettono sempre. Se poi entrano nella sfera dei collaboratori facilmente abusano della parentela. Il nepotismo è sempre dannoso".
7. "Chi è troppo attaccato al denaro non faccia l'uomo politico né aspìri a posti di governo. L'amore del denaro lo condurrà a mancare gravemente ai propri doveri".
8. "Fare ogni sera l'esame di coscienza è buon sistema anche per l'uomo politico". 

Conclusione: vi invito ad una campagna elettorale leale e realista
Concludo queste mie brevi riflessioni con un invito ai candidati a svolgere una campagna elettorale leale e all'insegna del realismo. Evitate di generare ulteriori illusioni alla gente, che già si sente tradita da false promesse. In particolare, è offensivo per i giovani, e lesivo della loro dignità, fornire false speranze di un lavoro che non ci sarà. È tempo di liberarsi assolutamente da queste schiavitù, da furbizie e compromessi, che spesso sono alla base del degrado di un territorio e, in generale, favoriscono lo scadimento della civica partecipazione. Prego l'Altissimo che i giorni futuri facciano riscoprire a noi tutti il senso della partecipazione, il coraggio di "volare alto" e di "pensare in grande", per rendere questa meravigliosa terra affidataci da Dio più vivibile, più fraterna, più giusta.


Tutti benedico di cuore
Nola, 8/5/2009 
BENIAMINO DEPALMA-Arcivescovo
Vescovo di Nola

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